Più di duemila fedeli musulmani hanno preso parte alla cerimonia di celebrazione della Festa della rottura del digiuno del 2018, a chiusura del mese di Ramadan, al Palazzetto dello Sport di Cuneo.
Riportiamo qui alcuni passaggi del #discorso dell’imam Nasser Rachadi, che ha guidato la preghiera:
«Lode a Dio che ci ha guidati con la fede e ci ha onorati con l’islam. Loda a Dio che ci ha innalzati con il Corano e ci ha permesso il digiuno di Ramadan.
Allah akbar, Allah akbar, Allah akbar, La ilaha illa Allah
Attesto che non c’è dio all’infuori di Dio e che il signore Muhammad è suo servo, profeta e messaggero, il miglior uomo che abbia pregato, digiunato e adorato il suo Signore Altissimo, che la pace, la benedizione e la grazia di Dio siano su di lui, sulla sua famiglia, sui suoi compagni e su tutti loro che li hanno seguiti con fede.
Fratelli e sorelle,
Vi faccio i migliori auguri per questa nostra festa, che l’Altissimo accetti le nostre adorazioni, perdoni le nostre mancanze, innalzi i nostri gradi e salvi le nostre anime. A Dio va il nostro ringraziamento per le sue infinite grazie.
Il Profeta, pace su di lui, riferisce che il giorno della festa del fitr gli angeli sostano per le strade e salutano i musulmani informando loro del premio che li attende presso Iddio, oggi infatti è il giorno della premiazione (al-jâiza).
Gentilissimi fratelli e sorelle, la festa è un rito islamico assai importante, essa è innanzitutto una manifestazione della gioia per Dio, nel Corano è detto: “Dì che gioiscano della grazia e della misericordia di Dio che è meglio di ciò che accumulano.” è una manifestazione della gioia per la dolcezza della fede, per la misericordia di Dio che ha facilitato la Sua adorazione e l’avvicinamento a Lui, sia lodato.
La festa è anche un’opera di cambiamento collettiva, che alimenta in noi la forza del miglioramento del nostro comportamento e delle nostre cattive inclinazioni. La festa ci ricorda che siamo una comunità unica che insieme siamo in grado di costruire e di edificare il buono e il bello.
La festa nel suo significato sociale è il giorno dei bambini, che vivono la felicità e l’allegria; è il giorno dei poveri che godono della generosità dei credenti; è il giorno della famiglia che si riunisce intorno alla tavola; è il giorno dell’amicizia che si rafforza e si rinnova; è il giorno delle anime pure che dimenticano i risentimenti e si incontrano dopo la lontananza. La festa è quindi un collante sociale, che rafforza le relazioni sulla base dell’amore, della lealtà e della fratellanza. L’obiettivo è che la gioia della festa non manchi in nessuna casa, e che la sua grazia si senta in ogni famiglia.»
Di seguito il reportage di Matteo Borgetto su La Stampa del 16 giugno 2018:
«Questo periodo di digiuno, dedicato a Dio, rappresenta una grande occasione per rafforzare i legami familiari, ricordare l’importanza della solidarietà e del rispetto verso il prossimo. Soprattutto ai bambini, da educare alla fratellanza tra i popoli, a comportarsi bene in famiglia, nelle relazioni con le persone e tutte le creature di Dio». Parole dell’imam Nasser Rachadi che ieri mattina, al palasport di Cuneo, ha guidato la preghiera di «Id al-Fitr», per la fine del Ramadan, mese in cui si pratica il digiuno per ricordare la prima rivelazione del Corano a Maometto. Duemila fedeli di Cuneo e paesi vicini, in maggioranza maghrebini, hanno affollato il palazzetto per celebrare uno dei 5 «Pilastri dell’Islam». Tanti gli italiani, tra cui Gigi Garelli, direttore dell’Istituto storico della Resistenza, per l’associazione «Orizzonti di Pace», impegnata nel dialogo interreligioso in città. Dove, a maggio, è stato inaugurato il nuovo Centro islamico in corso Gramsci, luogo d’incontro e culto.
«La strada è il dialogo – dice Ahmed Sahbani, della Comunità islamica, a Cuneo dal ’98 -. Abbiamo ospitato 2 classi elementari in un bel momento. Tante richieste di scuole: siamo aperti a ogni contributo, nel rispetto reciproco»