Riportiamo di seguito il testo del sermone di venerdì 4 marzo a Cuneo guidato da AbdelAziz El Farouqui:
In nome di Dio il Compassionevole il Misericordioso, lode a Dio e pace e benedizione sui Suoi servitori prescelti e su tutti noi con loro.
Gentili sorelle, cari fratelli
Parlare della donna è ormai legato alla data dell’8 marzo, in questo giorno, si alzano le voci sull’emancipazione della donna, l’8 marzo è quindi un giorno speciale per tutte le donne e tutti coloro che lottano per i loro diritti, in esso si celebra la giornata internazionale della donna..
Certamente è assai lodevole celebrare la donna e dedicarle un giorno speciale per promuovere i suoi diritti, ciò che è deplorevole invece è ricordarsi di lei soltanto in questi limitati primi giorni di marzo.Gentili sorelle, care fratelli
La donna potrà aspirare a una reale emancipazione soltanto con la conoscenza, soltanto illuminando la sua mente con la sapienza, nutrendo il suo cuore con la spiritualità, elevando la sua volontà verso il sublime, e partecipando allo sviluppo della sua comunità e della sua società.
Dio l’Altissimo ha affermato nel Suo Libro, che la donna è sorella dell’uomo, e pari ad esso nelle prescrizioni, nella retribuzione e nella ricerca spirituale, disse Dio: “I credenti e le credenti sono gli uni pari agli altri, ordinano il bene e allontanano dal male.”
L’islam è stato (e deve tornare) un messaggio di liberazione che ha dato piena dignità a un essere che veniva considerato, nell’era pre-islamica, un’onta e una vergogna. Leggendo le vite delle musulmane all’epoca del Profeta, pace su di lui, ci stupiremo delle loro personalità eccezionali, esse sono passate nel giro di pochi anni dall’irrilevanza e dalla marginalità all’essere parte integrante della comunità. Grazie soprattutto alla loro compagnia e alla loro vicinanza dal Messaggero di Dio, pace su di lui, sono diventate consci dei loro diritti e dei loro doveri, che rivendicavano con pacatezza e determinazione, non prendevano come marito se non chi accettavano loro, si informavano sulla loro religione e arrivarono a chiedere al Profeta di dedicare loro un orario speciale oltre a quello generale a cui prendevano parte insieme agli uomini. Esse non erano recluse nelle stanze delle loro case, anzi frequentavano gli spazi della comunità, dalla moschea al mercato, e contribuivano accanto agli uomini alla gestione degli affari pubblici della comunità.L’Islam ha onorato la donna in quanto tale e anche nei suoi diversi ruoli sociali:
⁃ La donna in quanto figlia e sorella, ha raccomandato di trattarla con eccellenza, disse il Profeta, pace su di lui: “Chi avesse tre figlie o tre sorelle, e le avesse trattate con bontà e timore di Dio avrà per ricompensa il Paradiso.” e disse anche: “Chi alleva due figlie fino a farle giungere alla maggiore età verrà risuscitato il Giorno del giudizio insieme a me (indicando due delle sue dita).”
⁃ La donna in quanto moglie, disse il Profeta: “Il migliore di voi è il migliore con la sua moglie, e io sono il migliore con la mia moglie.” Il migliore quindi dei musulmani è il migliore con la propria consorte, quello più paziente, più premuroso, più amorevole, più fedele,…
⁃ La donna in quanto madre, ha fatto del Paradiso la retribuzione di chi tratta con eccellenza la propria madre, quando un compagno chiese al Profeta, pace su di lui, chi dovesse prendere per compagno, egli rispose: “Tua madre” e lo ripeté per tre volte e soltanto alla quarta volta disse: “Tuo padre.”Questi sono alcuni diritti che l’Islam ha concesso alla donna ma che alcuni musulmani, per via della loro ignoranza e dei loro retaggi culturali maschilisti, le hanno negato.
Gentili sorelle, per migliorare le nostre condizioni in quanto singoli e in quanto comunità vi propongo questi punti:
– Ritornate con urgenza, in modo serio e sincero, agli insegnamenti e alla vita del Messaggero di Dio, pace su di lui, e delle sue nobili mogli, che Dio sia soddisfatto di tutte loro.
– Ricercate la compagnia delle donne di fede e di sincerità, con cui cominciare un percorso di ricerca spirituale, di amore di Dio e del Suo Messaggero, e di collaborazione nel bene, in un progetto che miri alla rinascita dei cuori e alla diffusione della pace e della misericordia.
– Allontanatevi dalle cattive compagnie, che deturpano l’animo e spingono al male.
– Dedicate una grande importanza alla famiglia, poiché essa è il mattone principale nella costruzione della società, nessun cambiamento è possibile alla condizione della donna, della comunità e della società in generale, se non parte dalla famiglia, che dona un’educazione equilibrata, in un contesto di amore e di rispetto tra i genitori, che ci dona dei figli sani psicologicamente, mentalmente e socialmente, disse il Messaggero di Dio, pace su di lui: “La donna è pastore nella propria casa ed è responsabile del suo gregge.” Bisogna restituire dignità al mestiere di casalinga, esso è il mestiere più delicato e importante di tutti, poiché consiste nell’educazione delle generazioni future e nella costruzione reale dei presupposti del cambiamento. La donna deve essere pienamente consapevole che il futuro è nelle sue mani, che essa ha in mano le chiavi dell’educazione e quindi del cambiamento.
L’ultima raccomandazione che mi sento di rivolgere alla donna, è di collaborare con l’uomo (che è il padre, il fratello, il figlio e il marito) affinché questo viaggio terreno proceda in sicurezza e conduca tutti quanti al compiacimento di Dio e alla contemplazione del Suo nobile Volto.
Che l’Altissimo protegga le nostre donne e i nostri uomini e ci prepari ad un futuro di giustizia, dignità e libertà.