Una piccola marcia per la pace capace di compiere un gesto simbolico di enorme importanza. È quella andata in scena nel tardo pomeriggio a Bra, organizzata da giovani musulmani che si sono dati appuntamento su facebook. All’evento hanno partecipato giovani, adolescenti e molte ragazze, che hanno sfilato per le vie cittadine, fino al Comune, dotati di candele accese ed esibendo cartelli per un “no” secco al terrorismo.
Bruna Sibille, sindaco di Bra, ha commentato in questo modo l’iniziativa dei giovani musulmani: “Un’ora fa è successa a Bra una cosa molto bella e importante. Una trentina di ragazzi e ragazze della comunità musulmana (di origine marocchina, senegalese ed altra) si sono radunati sui gradini del Municipio per manifestare il loro dolore per i fatti di Parigi e la loro totale contrarietà ad ogni forma di violenza nel nome della religione. Sono riuscita ad essere presente e ne sono stata molto commossa. Grazie ad Ab e a tutti loro per il gesto così significativo in questo difficile momento.”
“Questa iniziativa”, ha spiegato Abderrahmane Amajou, “serve per dire che l’Islam non ha niente a che vedere con questi terribili attentati terroristici e con i criminali dell’Isis. Prendiamo le distanze dai criminali che non agiscono in nome della religione musulmana, ma per altri scopi. Dobbiamo rispettare la vita umana, la persona, tutte le religioni. Se impariamo a tenerci tutti per mano e a camminare insieme riusciremo a sconfiggere il terrorismo che vuole condizionare il mondo con la paura. Questi ragazzi sono tutti nati e cresciuti a Bra e dato il clima di odio che si sta sentendo non solo in Francia, ma anche nella nostra città, abbiamo deciso di fare qualcosa. Collegare il terrorismo all’Islam è stata già una vittoria per gli attentatori, perché ha creato una forte diffidenza nei nostri confronti da parte di chi ci sta vicino. Il più giovane di noi ha 15 anni. Questa iniziativa è nata su Facebook, ci siamo sentiti e abbiamo deciso di non stare fermi ad aspettare, ma di fare qualcosa di concreto. Così siamo scesi in piazza, perché non potevamo lasciare che fossero altri a parlare per noi. La risposta c’è stata grazie alla sensibilità e allo strumento di internet dove c’è stato un diffuso passaparola. Le nostre preghiere e i nostri pensieri sono rivolti alle vittime innocenti che sono morte in Francia e che sono morte e muoiono tutti i giorni in Medio Oriente, in Africa, in Europa Orientale e ovunque nel Mondo. Chiediamo alla società pubblica di fare molta attenzione a questa riduzione del tema: musulmani uguale Isis. Non c’entra assolutamente nulla. Lo dimostrano gli attentati scorsi a Charlie Hebdo in cui si sono trovati di fronte due musulmani, uno carnefice e l’altro vittima”.
La mini marcia ha suscitato consenso e ammirazione da parte della cittadinanza. Per Moukhlesse Fatiha: “Questa marcia parte dal nostro cuore per mandare un messaggio. La religione musulmana nasce nella pace e dalla fitra. Dobbiamo crederci tutti. Siamo confusi con i terroristi e ciò sporca i nostri diritti e la nostra dignità. L’Islam è pace e noi non desideriamo altro che vivere questa condizione”. In sintonia anche Soumia Hilmi: “Purtroppo anche noi siamo vittime del terrorismo e sul mio cartello ho scritto che il terrorismo non ha religione”. Il piccolo, ma significativo corteo ha preso le mosse da via Cavour, raccolto alle spalle di cartelli come: “non nel mio nome” o “contro il terrorismo”. Una marcia simbolica, non una manifestazione: nessuno slogan, solo il cammino silenzioso e raccolto di ragazzi, ragazze e tanti adolescenti attraverso il centro di Bra, in un nebbioso pomeriggio festivo.
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